L O C U S – L A T U S

Miscellanea et Mirabilia

BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,15

[15] Urbem Romam muris firmioribus cinxit. Templum Soli aedificavit, in quo infinitum auri gemmarumque constituit. Provinciam Daciam, quam Traianus ultra Danubium fecerat, intermisit, vastato omni Illyrico et Moesia, desperans eam posse retinere, abductosque Romanos ex urbibus et agris Daciae in media Moesia collocavit appellavitque eam Daciam, quae nunc duas Moesias dividit et est in dextra Danubio in mare fluenti, cum antea fuerit in laeva. Occiditur servi sui fraude, qui ad quosdam militares viros, amicos ipsius, nomina pertulit adnotata, falso manum eius imitatus, tamquam Aurelianus ipsos pararet occidere; itaque ut praeveniretur, ab isdem interfectus est in itineris medio, quod inter Constantinopolim et Heracleam est stratae veteris; locus Caenophrurium appellatur. Mors tamen eius inulta non fuit. Meruit quoque inter Divos referri.

[15]  Cinse la città di Roma con mura ben più solide. Edificò il Tempio del Sole nella costruzione del quale impiegò un numero infinito di oro e di gemme. Essendo già stati devastati l’Illirico e la Mesia, disperando di poterne mantenere il controllo ancora per lungo, abbandonò la provincia di Dacia che era stata costituita oltre il Danubio da Traiano e trasferì i romani evacuati dalle città e delle campagne della Dacia al centro della Mesia che venne rinominata Dacia e che ora divide la Mesia in due, collocandosi sulla destra del Danubio verso la direzione del mare, mentre prima si trovava sulla parte sinistra. Fu ucciso a causa della frode di un suo servo, il quale aveva falsificato, imitandone la calligrafia, promozioni già assegnate e le aveva consegnate ad alcuni ufficiali militari, amici dello stesso imperatore, tanto che (scoperto l’inganno) Aureliano si preparava a farli giustiziare tutti; e così, per battere l’imperatore sul tempo, essi stessi lo ammazzarono nel mezzo di un viaggio lungo la vecchia strada che unisce Costantinopoli ed Eraclea, nella località chiamata Cenofrurio. La sua morte tuttavia non restò invendicata. Inoltre meritò di essere annoverato tra i Divi.

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BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,14

[14] Hoc imperante etiam in urbe monetarii rebellaverunt vitiatis pecuniis et Felicissimo rationali interfecto. Quos Aurelianus victos ultima crudelitate conpescuit. Plurimos nobiles capite damnavit. Saevus et sanguinarius ac necessarius magis in quibusdam quam in ullo amabilis imperator. Trux omni tempore, etiam filii sororis interfector, disciplinae tamen militaris et morum dissolutorum magna ex parte corrector.

[14]  Mentre Aureliano era ancora imperatore, a Roma i dipendenti della zecca insorsero contro l’alterazione delle monete e Felicissimo, l’amministratore generale, rimase ucciso. Una volta sedata la rivolta, Aureliano si astenne da ulteriori crudeltà. Condannò a morte molti nobili. Fu particolarmente spietato e sanguinario con alcuni parenti, quanto un imperatore magnanimo con altri. Crudele durante tutto il suo dominio, fece uccidere anche il figlio della sorella, tuttavia cercò di ripristinare la disciplina militare e lottò con impegno contro la dissolutezza dei costumi. 

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BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,13

[13] Post eum Aurelianus suscepit imperium, Dacia Ripensi oriundus, vir in bello potens, animi tamen inmodici et ad crudelitatem propensioris. Is quoque Gothos strenuissime vicit. Romanam dicionem ad fines pristinos varia bellorum felicitate revocavit. Superavit in Gallia Tetricum apud Catalaunos ipso Tetrico prodente exercitum suum, cuius adsiduas seditiones ferre non poterat. Quin etiam per litteras occultas Aurelianum ita fuerat deprecatus, ut inter alia versu Vergiliano uteretur: “Eripe me his, invicte, malis”. Zenobiam quoque, quae occiso Odenatho marito Orientem tenebat, haud longe ab Antiochia sine gravi proelio cepit, ingressusque Romam nobilem triumphum quasi receptor Orientis Occidentisque egit praecedentibus currum Tetrico et Zenobia. Qui quidem Tetricus corrector Lucaniae postea fuit ac privatus diutissime vixit; Zenobia autem posteros, qui adhuc manent, Romae reliquit.

[13]  Dopo di lui, l’impero passò ad Aureliano, originario della Dacia Ripense, uomo versatile nella guerra, di animo tuttavia immorale quanto propenso alla crudeltà. Anche lui inflisse una durissima sconfitta ai Goti. Concluse vittoriosamente le varie campagne militari, riportò il dominio romano agli antichi confini. In Gallia, sconfisse Tetrico presso i Campi Catalaunici, avendo lo stesso Tetrico abbandonato il suo esercito del quale non poteva più controllare le continue sedizioni. Tanto da lamentarsene con lo stesso Aureliano tramite lettere anonime ricorrendo, tra gli altri, ad un verso di Virgilio: “Salvami o invincibile da simili mali”. Dopo non molto tempo catturò nei pressi di Antiochia anche Zenobia, la quale essendole stato assassinato il marito reggeva l’Oriente, senza che vi fosse per altro una grande battaglia, e al suo ritorno a Roma celebrò un grandioso trionfo come se fosse il riconquistatore dell’Oriente e dell’Occidente, mentre Tetrico e Zenobia lo precedevano esposti su di un carro.

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BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,12

[12] Quintillus post eum, Claudii frater, consensu militum imperator electus est, unicae moderationis vir et civilitatis, aequandus fratri vel praeponendus. Consensu senatus appellatus Augustus septimo decimo imperii die occisus est.

[12]  Dopo di lui, fu eletto col consenso dell’esercito Quintillo, fratello di Claudio, uomo di civiltà e di moderazione unica, tanto da poter eguagliare il fratello. Col consenso del Senato fu nominato augusto e fu ucciso nel corso del settimo anno di governo.

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BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,11

[11] Ita Gallieno rem publicam deserente Romanum imperium in Occidente per Postumum, per Odenathum in Oriente servatum est. Gallienus interea Mediolani cum Valeriano fratre occisus est imperii anno nono Claudiusque ei successit a militibus electus, a senatu appellatus Augustus. Hic Gothos Illyricum Macedoniamque vastantes ingenti proelio vicit. Parcus vir ac modestus et iusti tenax ac rei publicae gerendae idoneus, qui tamen intra imperii biennium morbo interiit. Divus appellatus est. Senatus eum ingenti honore decoravit, scilicet ut in curia clipeus ipsi aureus, item in Capitolio statua aurea poneretur.

[11]  Così Gallieno essendosi disinteressato al governo dello Stato, fu sostituito in Occidente da Postumo e in Oriente da Odenate. Alla fine, Gallieno fu ucciso insieme col fratello Valeriano a Mediolano, durante il nono anno del suo impero; gli succedette Claudio che fu eletto dai soldati e nominato augusto dal senato. Questi vinse in una grande battaglia i Goti che avevano saccheggiato l’Illirico e la Macedonia. Uomo parco e modesto quanto giusto, tenace e idoneo a guidare lo Stato, fu stroncato dalla peste dopo un biennio di governo. Fu dichiarato Divo. Il Senato gli tributò grandi onori, tanto da collocare nella Curia un clipeo aureo a lui dedicato, e porre una statua anch’essa d’oro in Campidoglio.

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BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,10

[10] Huic successit Tetricus senator, qui Aquitaniam honore praesidis administrans absens a militibus imperator electus est et apud Burdigalam purpuram sumpsit. Seditiones multas militum pertulit. Sed dum haec in Gallia geruntur, in Oriente per Odenathum Persae victi sunt. Defensa Syria, recepta Mesopotamia usque ad Ctesiphontem Odenathus penetravit.

[10]  A questi succedette il senatore Tetrico, che amministrava dignitosamente l’Aquitania; assente dal proprio presidio fu eletto imperatore dai soldati e presso Burdigala assunse la porpora. Permise molte sollevazioni militari. Ma mentre questi avvenimenti accadevano in Gallia, in Oriente i Persiani furono battuti da Odenate. Difesa la Siria. Riconquistata la Mesopotamia, Odenate arrivò fino a Ctesifonte.

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BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,9

[9] Iam desperatis rebus et deleto paene imperio Romano Postumus in Gallia, obscurissime natus, purpuram sumpsit et per annos decem ita imperavit, ut consumptas paene provincias ingenti virtute et moderatione reparaverit. Qui seditione militum interfectus est, quod Mogontiacum civitatem, quae adversus eum rebellaverat Laeliano res novas moliente, diripiendam militibus tradere noluisset. Post eum Marius, vilissimus opifex, purpuram accepit et secundo die interfectus est. Victorinus postea Galliarum accepit imperium, vir strenuissimus, sed cum nimiae libidinis esset et matrimonia aliena corrumperet, Agrippinae occisus est actuario quodam dolum machinante, imperii sui anno secundo.

[9]  Pertanto, in una situazione disperata ed essendo quasi stata cancellata ogni traccia del dominio romano in Gallia, Postumo, di oscurissimi natali, assunse la porpora e governo così per dieci anni, tanto da riparare con notevole valore e moderazione le province duramente provate. Questi, poiché non aveva voluto concedere ai soldati il permesso di saccheggio, fu ucciso durante una sedizione degli stessi, presso la città di Magonza la quale, sobillata da Leliano, si era ribellata contro di lui. Dopo di lui, Mario, un semplicissimo artigiano, indossò la porpora e il secondo giorno fu ucciso. Dopodiché Vittorino, un uomo fortissimo, s’impossessò dell’impero delle Gallie, ma essendo di smodata lussuria e avendo sedotto la moglie di un altro, fu ucciso nel secondo anno del suo impero dal governatore di Colonia che da tempo macchinava contro di lui.

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BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,8

[8] Gallienus, cum adulescens factus esset Augustus, imperium primum feliciter, mox commode, ad ultimum perniciose gessit. Nam iuvenis in Gallia et Illyrico multa strenue fecit occiso apud Mursam Ingenuo, qui purpuram sumpserat, et Trebelliano. Diu placidus et quietus, mox in omnem lasciviam dissolutus, tenendae rei publicae habenas probrosa ignavia et desperatione laxavit. Alamanni vastatis Galliis in Italiam penetraverunt. Dacia, quae a Traiano ultra Danubium fuerat adiecta, tum amissa, Graecia, Macedonia, Pontus, Asia vastata est per Gothos, Pannonia a Sarmatis Quadisque populata est, Germani usque ad Hispanias penetraverunt et civitatem nobilem Tarraconem expugnaverunt, Parthi Mesopotamia occupata Syriam sibi coeperant vindicare.

[8]  Gallieno, essendo stato nominato augusto fin da giovane, resse l’impero dapprima felicemente, poi comodamente, ed infine pessimamente. Infatti in gioventù si era dato molto da fare in Gallia e nell’Illirico, avendo presso Mursa ucciso Ingenuo, il quale aveva assunto la porpora imperiale, e Trebelliano. Col tempo divenne placido e quieto, in seguito dissoluto verso ogni lascivia. Lasciò le redini dello Stato abbandonandolo nella disperazione e in una riprovevole inattività. Gli Alamanni penetrarono in Italia dopo aver devastato le Gallie. La Dacia, che era stata raggiunta da Traiano oltre il Danubio, e quindi annessa, la Grecia, la Macedonia, il Ponto e l’Asia furono devastate dai Goti. La Pannonia fu ripopolata dai Sarmati e dai Quadi. I Germani penetrarono in Spagna ed espugnarono la nobile città di Tarragona; i Parti, occupata la Mesopotamia, cominciarono a rivendicare la Siria.

 

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BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,7

[7] Hinc Licinius Valerianus in Raetia et Norico agens ab exercitu imperator et mox Augustus est factus. Gallienus quoque Romae a senatu Caesar est appellatus. Horum imperium Romano nomini perniciosum et paene exitiabile fuit vel infelicitate principum vel ignavia. Germani Ravennam usque venerunt. Valerianus in Mesopotamia bellum gerens a Sapore, Persarum rege, superatus est, mox etiam captus apud Parthos ignobili servitute consenuit.

[7]  Quindi fu la volta di Licinio Valeriano che agiva nel Norico e nella Rezia; fu nominato dall’esercito imperatore e di conseguenza augusto. Anche Gallieno era stato nominato a Roma cesare dal senato. Il governo di questi principi fu detestabile e causa di pena, di infelicità e di vergogna per il nome romano. Valeriano fu sconfitto da Sapore, re dei persiani, mentre conduceva le operazioni militari in Mesopotamia, ed in seguito venne catturato e costretto ad un ignobile servitù presso i Parti.

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BREVIARIUM EUTROPII – Liber IX,6

[6] Aemilianus obscurissime natus obscurius imperavit ac tertio mense extinctus est.

[6]  Emiliano, uomo di oscurissime origini, ancor più oscuramente regnò e dopo tre mesi venne eliminato.

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